A volte vincere non basta. A volte bisogna farlo nel modo giusto, necessita essere perentori, è doveroso tentare l’impresa da consegnare alle cronache dei giornali. Fabio Aru lo sa bene. La stoffa del campione c’è tutta, c’è sempre stata. La fame pure, ma questa volta condita da una voglia di rivincita di chi, a causa dello sfortunato infortunio in allenamento, non ha potuto essere protagonista al centesimo Giro d’Italia.
La planche des Belles Filles: Aru vince la tappa come Nibali tre anni prima
Con queste premesse Aru si è presentato al Tour de France più in forma che mai. E finalmente, dopo 4 tappe per velocisti, alla prima scalata si è messo tutti dietro, con un distacco notevole, andando in fuga a poco meno di due chilometri e mezzo dal traguardo.
“È stata una primavera molto difficile, ma con tanto impegno sta girando bene anche per me. Che grande emozione! Vincere al Tour è straordinario. Combattere con i più forti è bello, sono veramente felice”.
Queste le parole del ciclista italiano nel commentare il suo primo successo al Tour de France.
L’impresa di Aru gli è valsa il terzo posto nella classifica assoluta. Froome è ora a tiro, con 14 secondi di vantaggio, mentre Geraint Thomas, secondo dietro Froome, è soltanto a 2″.
Tutto è iniziato alle 16.59’: Aru si è alzato sui pedali e ha iniziato lo sprint staccando il gruppo di testa. Al suo inseguimento il quartetto con Froome, Porte, Martin e Bardet, che non ha mollato di un metro. Ma nel tratto finale, con una pendenza del 20%, Aru ha potuto siglare il suo capolavoro: di nuovo in piedi, ennesimo sprint, e stavolta la sua potenza lo ha reso imprendibile, staccando di ben 16” Daniel Martin, arrivato secondo.
Aru non solo vince per la prima volta una tappa del Tour de France ma replica l’impresa di Vincenzo Nibali nel 2014, dando ulteriore gusto alla sua vittoria e riaprendo i giochi di un tour che sembrava fin troppo in “salita” per gli avversari di Froome (nel 2014 poi Nibali andò a vincere il Tour de France, ndr).